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									L'elisir d'amore
									
									   
									
									
									Libretto: di Felice Romani 
									
									Musica: di Gaetano Donizetti 
									
									Prima esecuzione: 
									Teatro 
									Canobbiana, Milano, 1832
									
										
											| 
											 
											
											Personaggi:  | 
											
											 
											GIANNETTA 
											NEMORINO 
											ADINA 
											BELCORE 
											DULCAMARA 
											Cori, Donne, Uomini  | 
										 
									 
									
									
									
									Atto primo
									  
									
									
									
									Scena prima    
									
									Scene 1,
									2, 3,
									4, 5,
									6, 7,
									8, 9,
									10
									
									
									    Atto primo
									
									
									 
									
									Il 
									teatro rappresenta l'ingresso d'una 
									fattoria.  
									
									Campagna in fondo ove scorre un ruscello,
									 
									sulla cui riva alcune lavandaie preparano il 
									bucato.  
									In 
									mezzo un grande albero,  
									sotto il quale riposano Giannetta, i 
									mietitori e le mietitrici.  
									
									Adina siede in disparte leggendo.  
									Nemorino l'osserva da lontano.  
									
									  
									
									GIANNETTA e CORO  
									Bel conforto al mietitore,  
									quando il sol pi? ferve e bolle,  
									sotto un faggio, appi? di un colle  
									riposarsi e respirar!  
									Del meriggio il vivo ardore  
									Tempran l'ombre e il rio corrente;  
									ma d'amor la vampa ardente  
									ombra o rio non pu? temprar.  
									Fortunato il mietitore  
									che da lui si pu? guardar!  
									
									NEMORINO  
									Quanto ? bella, quanto ? cara!  
									(osservando Adina, che legge)  
									Pi? la vedo, e pi? mi piace...  
									ma in quel cor non son capace  
									lieve affetto ad inspirar.  
									Essa legge, studia, impara...  
									non vi ha cosa ad essa ignota...  
									Io son sempre un idiota,  
									io non so che sospirar.  
									Chi la mente mi rischiara?  
									Chi m'insegna a farmi amar?  
									
									ADINA  
									(ridendo)  
									Benedette queste carte!  
									? bizzarra l'avventura.  
									
									GIANNETTA  
									Di che ridi? Fanne a parte  
									di tua lepida lettura.  
									
									ADINA  
									? la storia di Tristano,  
									? una cronaca d'amor.  
									CORO
									 
									Leggi, leggi.  
									
									NEMORINO  
									(A lei pian piano  
									vo' accostarmi, entrar fra lor.)  
									
									ADINA  
									(legge)  
									"Della crudele Isotta  
									il bel Tristano ardea,  
									n? fil di speme avea  
									di possederla un d?.  
									Quando si trasse al piede  
									di saggio incantatore,  
									che in un vasel gli diede  
									certo elisir d'amore,  
									per cui la bella Isotta  
									da lui pi? non fugg?." 
									
									TUTTI  
									Elisir di s? perfetta,  
									di s? rara qualit?,  
									ne sapessi la ricetta,  
									conoscessi chi ti fa!  
									
									ADINA  
									"Appena ei bebbe un sorso  
									del magico vasello  
									che tosto il cor rubello  
									d'Isotta intener?.  
									Cambiata in un istante,  
									quella belt? crudele  
									fu di Tristano amante,  
									visse a Tristan fedele;  
									e quel primiero sorso  
									per sempre ei bened?." 
									
									TUTTI  
									Elisir di s? perfetta,  
									di s? rara qualit?,  
									ne sapessi la ricetta,  
									conoscessi chi ti fa!  
									
									  
									
									
									
									Scena seconda     Scene
									1, 2,
									3, 4,
									5, 6,
									7, 8,
									9, 10
									
									
									   Atto primo 
									  
									
									
									Suono di tamburo: Tutti si alzano. 
									 
									
									Giunge Belcore guidando un drappello di 
									soldati,  
									che rimangono schierati nel fondo. 
									 
									Si 
									appressa ad Adina, la saluta e le presenta 
									un mazzetto.  
									
									
									  
									  
									
									
									BELCORE  
									Come Paride vezzoso  
									porse il pomo alla pi? bella,  
									mia diletta villanella,  
									io ti porgo questi fior.  
									Ma di lui pi? glorioso,  
									pi? di lui felice io sono,  
									poich? in premio del mio dono  
									ne riporto il tuo bel cor.  
									
									ADINA  
									(alle Donne)  
									(? modesto il signorino!)  
									
									GIANNETTA e CORO  
									(S? davvero.)  
									
									NEMORINO  
									(Oh! mio dispetto!)  
									
									BELCORE  
									Veggo chiaro in quel visino  
									ch'io fo breccia nel tuo petto.  
									Non ? cosa sorprendente;  
									son galante, son sergente;  
									non v'ha bella che resista  
									alla vista d'un cimiero;  
									cede a Marte iddio guerriero,  
									fin la madre dell'amor.  
									
									ADINA  
									(? modesto!)  
									
									GIANNETTA e CORO  
									(S?, davvero!)  
									
									NEMORINO  
									(Essa ride... Oh, mio dolor!)  
									
									BELCORE  
									Or se m'ami, com'io t'amo,  
									che pi? tardi a render l'armi?  
									Idol mio, capitoliamo:  
									in qual d? vuoi tu sposarmi?  
									
									ADINA  
									Signorino, io non ho fretta:  
									un tantin pensar ci vo'.  
									
									NEMORINO  
									(Me infelice, s'ella accetta!  
									Disperato io morir?.)  
									
									BELCORE  
									Pi? tempo invan non perdere:  
									volano i giorni e l'ore:  
									in guerra ed in amore  
									? fallo l'indugiar.  
									Al vincitore arrenditi;  
									da me non puoi scappar.  
									
									ADINA  
									Vedete di quest'uomini,  
									vedete un po' la boria!  
									Gi? cantano vittoria  
									innanzi di pugnar.  
									Non ?, non ? s? facile  
									Adina a conquistar.  
									
									NEMORINO  
									(Un po' del suo coraggio  
									amor mi desse almeno!  
									Direi siccome io peno,  
									piet? potrei trovar.  
									Ma sono troppo timido,  
									ma non poss'io parlar.)  
									
									GIANNETTA e CORO  
									(Davver saria da ridere  
									se Adina ci cascasse,  
									se Tutti vendicasse  
									codesto militar!  
									S? s?; ma ? volpe vecchia,  
									e a lei non si pu? far.)  
									
									BELCORE  
									Intanto, o mia ragazza,  
									occuper? la piazza. Alcuni istanti  
									concedi a' miei guerrieri  
									al coperto posar.  
									
									ADINA  
									Ben volentieri.  
									Mi chiamo fortunata  
									di potervi offerir una bottiglia. 
									 
									
									BELCORE  
									Obbligato. (Io son gi? della famiglia.)
									 
									
									ADINA  
									Voi ripigliar potete  
									gl'interrotti lavori. Il sol declina. 
									 
									
									TUTTI  
									Andiam, andiamo.  
									  
									  
									
									Partono Belcore, Giannetta e il Coro. 
									 
									
									
									
									  
									
									
									
									Scena terza     Scene
									1, 2,
									3, 4,
									5, 6,
									7, 8,
									9, 10
									
									
									      Atto primo 
									  
									
									
									Nemorino e Adina.  
									
									  
									
									NEMORINO  
									Una parola, o Adina.  
									
									ADINA  
									L'usata seccatura!  
									I soliti sospir! Faresti meglio  
									a recarti in citt? presso tuo zio,  
									che si dice malato e gravemente.  
									
									NEMORINO  
									Il suo mal non ? niente appresso al mio.  
									Partirmi non poss'io...  
									Mille volte il tentai...  
									
									ADINA  
									Ma s'egli more,  
									e lascia erede un altro?...  
									
									NEMORINO  
									E che m'importa?...  
									
									ADINA  
									Morrai di fame, e senza appoggio alcuno.
									 
									
									NEMORINO  
									O di fame o d'amor... per me ? tutt'uno.
									 
									
									ADINA  
									Odimi. Tu sei buono,  
									modesto sei, n? al par di quel sergente  
									ti credi certo d'ispirarmi affetto;  
									cos? ti parlo schietto,  
									e ti dico che invano amor tu speri:  
									che capricciosa io sono, e non v'ha brama
									 
									che in me tosto non muoia appena ? desta.
									 
									
									NEMORINO  
									Oh, Adina!... e perch? mai?...  
									
									ADINA  
									Bella richiesta!  
									Chiedi all'aura lusinghiera  
									perch? vola senza posa  
									or sul giglio, or sulla rosa,  
									or sul prato, or sul ruscel:  
									ti dir? che ? in lei natura  
									l'esser mobile e infedel.  
									
									NEMORINO  
									Dunque io deggio?...  
									
									ADINA  
									All'amor mio  
									rinunziar, fuggir da me.  
									
									NEMORINO  
									Cara Adina!... Non poss'io.  
									
									ADINA  
									Tu nol puoi? Perch??  
									
									NEMORINO  
									Perch?!  
									Chiedi al rio perch? gemente  
									dalla balza ov'ebbe vita  
									corre al mar, che a s? l'invita,  
									e nel mar sen va a morir:  
									ti dir? che lo strascina  
									un poter che non sa dir.  
									
									ADINA  
									Dunque vuoi?...  
									
									NEMORINO  
									Morir com'esso,  
									ma morir seguendo te.  
									
									ADINA  
									Ama altrove: ? a te concesso.  
									
									NEMORINO  
									Ah! possibile non ?.  
									
									ADINA  
									Per guarir da tal pazzia,  
									ch? ? pazzia l'amor costante,  
									d?i seguir l'usanza mia,  
									ogni d? cambiar d'amante.  
									Come chiodo scaccia chiodo,  
									cos? amor discaccia amor.  
									In tal guisa io rido e godo, (anche: io me 
									la godo)  
									in tal guisa ho sciolto il cor.  
									
									NEMORINO  
									Ah! te sola io vedo, io sento  
									giorno e notte e in ogni oggetto:  
									d'obbliarti in vano io tento,  
									il tuo viso ho sculto in petto...  
									col cambiarsi qual tu fai,  
									pu? cambiarsi ogn'altro amor.  
									Ma non pu?, non pu? giammai  
									il primero uscir dal cor.  
									  
									
									(partono)  
									  
									
									Piazza nel villaggio. Osteria della Pernice 
									da un lato.  
									
									
									
									  
									
									
									
									Scena quarta     Scene
									1, 2,
									3, 4,
									5, 6,
									7, 8,
									9, 10
									
									
									      Atto primo 
									  
									
									
									Paesani, che vanno e vengono occupati in 
									vane faccende.  
									
									Odesi un suono di tromba:  
									escono dalle case le Donne con curiosit?:
									 
									vengono quindi gli uomini, ecc. ecc. 
									 
									
									
									  
									
									
									  
									
									DONNE  
									Che vuol dire codesta sonata?  
									
									UOMINI  
									La gran nuova venite a vedere.  
									
									DONNE  
									Che ? stato?  
									
									UOMINI 
									In carrozza dorata  
									? arrivato un signor forestiere.  
									Se vedeste che nobil sembiante!  
									Che vestito! Che treno brillante! 
									 
									
									TUTTI  
									Certo, certo egli ? un gran personaggio...
									 
									Un barone, un marchese in viaggio...  
									Qualche grande che corre la posta...  
									Forse un prence... fors'anche di pi?.  
									Osservate... si avvanza... si accosta:  
									gi? i berretti, i cappelli gi? gi?. 
									 
									
									  
									
									
									
									
									Scena quinta      Scene
									1, 2,
									3, 4,
									5, 6,
									7, 8,
									9, 10
									
									
									     Atto primo
									  
									
									Il 
									dottore Dulcamarain piedi sopra un carro 
									dorato,  
									avendo in mano carte e bottiglie. 
									 
									
									Dietro ad esso un servitore, che suona la 
									tromba.  
									
									Tutti i paesani lo circondano. 
									 
									  
									  
									
									DULCAMARA  
									Udite, udite, o rustici  
									attenti non fiatate.  
									Io gi? suppongo e immagino  
									che al par di me sappiate  
									ch'io sono quel gran medico,  
									dottore enciclopedico  
									chiamato Dulcamara,  
									la cui virt? preclara  
									e i portenti infiniti  
									son noti in tutto il mondo... e in altri 
									siti.  
									Benefattor degli uomini,  
									riparator dei mali,  
									in pochi giorni io sgombero  
									io spazzo gli spedali,  
									e la salute a vendere  
									per tutto il mondo io vo.  
									Compratela, compratela,  
									per poco io ve la do.  
									? questo l'odontalgico  
									mirabile liquore,  
									dei topi e delle cimici  
									possente distruttore,  
									i cui certificati  
									autentici, bollati  
									toccar vedere e leggere  
									a ciaschedun far?.  
									Per questo mio specifico,  
									simpatico mirifico,  
									un uom, settuagenario  
									e valetudinario,  
									nonno di dieci bamboli  
									ancora divent?.  
									Per questo Tocca e sana  
									in breve settimana  
									pi? d'un afflitto giovine  
									di piangere cess?.  
									O voi, matrone rigide,  
									ringiovanir bramate?  
									Le vostre rughe incomode  
									con esso cancellate.  
									Volete voi, donzelle,  
									ben liscia aver la pelle?  
									Voi, giovani galanti,  
									per sempre avere amanti?  
									Comprate il mio specifico,  
									per poco io ve lo do.  
									Ei move i paralitici,  
									spedisce gli apopletici,  
									gli asmatici, gli asfitici,  
									gl'isterici, i diabetici,  
									guarisce timpanitidi,  
									e scrofole e rachitidi,  
									e fino il mal di fegato,  
									che in moda divent?.  
									Comprate il mio specifico,  
									per poco io ve lo do.  
									L'ho portato per la posta  
									da lontano mille miglia  
									mi direte: quanto costa?  
									quanto vale la bottiglia?  
									Cento scudi?... Trenta?... Venti?  
									No... nessuno si sgomenti.  
									Per provarvi il mio contento  
									di s? amico accoglimento,  
									io vi voglio, o buona gente,  
									uno scudo regalar.  
  
									CORO
									 
									Uno scudo! Veramente?  
									Pi? brav'uom non si pu? dar.  
									
									DULCAMARA  
									Ecco qua: cos? stupendo,  
									s? balsamico elisire  
									tutta Europa sa ch'io vendo  
									niente men di dieci lire:  
									ma siccome ? pur palese  
									ch'io son nato nel paese,  
									per tre lire a voi lo cedo,  
									sol tre lire a voi richiedo:  
									cos? chiaro ? come il sole,  
									che a ciascuno, che lo vuole,  
									uno scudo bello e netto  
									in saccoccia io faccio entrar.  
									Ah! di patria il dolce affetto  
									gran miracoli pu? far.  
									CORO
									 
									? verissimo: porgete.  
									Oh! il brav'uom, dottor, che siete!  
									Noi ci abbiam del vostro arrivo  
									lungamente a ricordar.  
									
									
									
									  
									
									
									
									Scena sesta        
									
									Scene 1,
									2, 3,
									4, 5,
									6, 7,
									8, 9,
									10 
									
									     Atto primo 
									  
									
									
									Nemorino e detti.  
									
									  
									
									NEMORINO  
									(Ardir. Ha forse il cielo  
									mandato espressamente per mio bene  
									quest'uom miracoloso nel villaggio.  
									Della scienza sua voglio far saggio.)  
									Dottore... perdonate...  
									? ver che possediate  
									segreti portentosi?...  
									
									DULCAMARA  
									Sorprendenti.  
									La mia saccoccia ? di Pandora il vaso.
									 
									
									NEMORINO  
									Avreste voi... per caso...  
									la bevanda amorosa  
									della regina Isotta?  
									
									DULCAMARA  
									Ah!... Che?... Che cosa?  
									
									NEMORINO  
									Voglio dire... lo stupendo  
									elisir che desta amore...  
									
									DULCAMARA  
									Ah! s? s?, capisco, intendo.  
									Io ne son distillatore.  
									
									NEMORINO  
									E fia vero.  
									
									DULCAMARA  
									Se ne fa  
									gran consumo in questa et?.  
									
									NEMORINO  
									Oh, fortuna!... e ne vendete?  
									
									DULCAMARA  
									Ogni giorno a tutto il mondo.  
									
									NEMORINO  
									E qual prezzo ne volete?  
									
									DULCAMARA  
									Poco... assai... cio?... secondo.. 
									 
									
									NEMORINO  
									Un zecchin... null'altro ho qua... 
									 
									
									DULCAMARA  
									? la somma che ci va.  
									
									NEMORINO  
									Ah! prendetelo, dottore.  
									
									DULCAMARA  
									Ecco il magico liquore.  
									
									NEMORINO  
									Obbligato, ah s?, obbligato!  
									Son felice, son rinato.  
									Elisir di tal bont?!  
									Benedetto chi ti fa!  
									
									DULCAMARA  
									(Nel paese che ho girato  
									pi? d'un gonzo ho ritrovato,  
									ma un eguale in verit?  
									non ve n'?, non se ne d?.)  
									
									NEMORINO  
									Ehi!... dottore... un momentino...  
									In qual modo usar si puote?  
									
									DULCAMARA  
									Con riguardo, pian, pianino  
									la bottiglia un po' si scote...  
									Poi si stura... ma, si bada  
									che il vapor non se ne vada.  
									Quindi al labbro lo avvicini,  
									e lo bevi a centellini,  
									e l'effetto sorprendente  
									non ne tardi a conseguir.  
									
									NEMORINO  
									Sul momento?  
									
									DULCAMARA  
									A dire il vero,  
									necessario ? un giorno intero.  
									(Tanto tempo ? sufficiente  
									per cavarmela e fuggir.)  
									
									NEMORINO  
									E il sapore?...  
									
									DULCAMARA  
									Egli ? eccellente...  
									(? bord?, non elisir.)  
									
									NEMORINO  
									Obbligato, ah s?, obbligato!  
									Son felice, son rinato.  
									Elisir di tal bont?!  
									Benedetto chi ti fa!  
									
									DULCAMARA  
									(Nel paese che ho girato  
									pi? d'un gonzo ho ritrovato,  
									ma un eguale in verit?  
									non ve n'?, non se ne d?.)  
									Giovinotto! Ehi, ehi!  
									
									NEMORINO  
									Signore?  
									
									DULCAMARA  
									Sovra ci?... silenzio... sai?  
									Oggid? spacciar l'amore  
									? un affar geloso assai:  
									impacciar se ne potria  
									un tantin l'autorit?.  
									
									NEMORINO  
									Ve ne do la fede mia:  
									nanche un'anima il sapr?.  
									
									DULCAMARA  
									Va, mortale avventurato;  
									un tesoro io t'ho donato:  
									tutto il sesso femminino  
									te doman sospirer?.  
									(Ma doman di buon mattino  
									ben lontan sar? di qua.)  
									
									NEMORINO  
									Ah! dottor, vi do parola  
									ch'io berr? per una sola:  
									n? per altra, e sia pur bella,  
									n? una stilla avanzer?.  
									(Veramente amica stella  
									ha costui condotto qua.)  
									  
									  
									
									Dulcamara entra nell'osteria. 
									 
									
									
									
									  
									
									
									
									Scena settima     
									
									Scene 1,
									2, 3,
									4, 5,
									6, 7,
									8, 9,
									10 
									
									    Atto primo 
									  
									
									
									Nemorino.  
									
									  
									  
									
									NEMORINO  
									Caro elisir! Sei mio!  
									S? tutto mio... Com'esser d?e possente  
									la tua virt? se, non bevuto ancora,  
									di tanta gioia gi? mi colmi il petto!  
									Ma perch? mai l'effetto  
									non ne poss'io vedere  
									prima che un giorno intier non sia 
									trascorso?  
									Bevasi. Oh, buono! Oh, caro! Un altro sorso.
									 
									Oh, qual di vena in vena  
									dolce calor mi scorre!... Ah! forse 
									anch'essa...  
									Forse la fiamma stessa  
									incomincia a sentir... Certo la sente...  
									Me l'annunzia la gioia e l'appetito  
									Che in me si risvegli? tutto in un tratto.
									 
									(siede sulla panca dell'osteria:  
									si cava di saccoccia pane e frutta:  
									mangia cantando a gola piena)  
									La ra, la ra, la ra.  
									
									  
									
									
									
									
									Scena ottava     
									
									Scene 1,
									2, 3,
									4, 5,
									6, 7,
									8, 9,
									10 
									
									      Atto primo
									  
									
									
									Adina 
									e detto. 
									 
									  
									
									ADINA  
									(Chi ? quel matto?  
									Traveggo, o ? Nemorino?  
									Cos? allegro! E perch??)  
									
									NEMORINO  
									Diamine! ? dessa...  
									(si alza per correre a lei,  
									ma si arresta e siede di nuovo)  
									(Ma no... non ci appressiam. De' miei 
									sospiri  
									non si stanchi per or. Tant'?... domani  
									adorar mi dovr? quel cor spietato.) 
									 
									
									ADINA  
									(Non mi guarda neppur! Com'? cambiato!)
									 
									
									NEMORINO  
									La ra, la ra, la lera!  
									La ra, la ra, la ra.  
									
									ADINA  
									(Non so se ? finta o vera  
									la sua giocondit?.)  
									
									NEMORINO  
									(Finora amor non sente.)  
									
									ADINA  
									(Vuol far l'indifferente.)  
									
									NEMORINO  
									(Esulti pur la barbara  
									per poco alle mie pene:  
									domani avranno termine,  
									domani mi amer?.)  
									
									ADINA  
									(Spezzar vorria lo stolido,  
									gettar le sue catene,  
									ma gravi pi? del solito  
									pesar le sentir?.)  
									
									NEMORINO  
									La ra, la ra...  
									
									ADINA  
									(avvicinandosi a lui)  
									Bravissimo!  
									La lezion ti giova.  
									
									NEMORINO  
									? ver: la metto in opera  
									cos? per una prova.  
									
									ADINA  
									Dunque, il soffrir primiero?  
									
									NEMORINO  
									Dimenticarlo io spero.  
									
									ADINA  
									Dunque, l'antico foco?...  
									
									NEMORINO  
									Si estinguer? fra poco.  
									Ancora un giorno solo,  
									e il core guarir?.  
									
									ADINA  
									Davver? Me ne consolo...  
									Ma pure... si vedr?.  
									
									NEMORINO  
									(Esulti pur la barbara  
									per poco alle mie pene:  
									domani avranno termine  
									domani mi amer?.)  
									
									ADINA  
									(Spezzar vorria lo stolido  
									gettar le sue catene,  
									ma gravi pi? del solito  
									pesar le sentir?.)  
									
									
									
									  
									
									
									
									Scena nona     
									
									Scene 1,
									2, 3,
									4, 5,
									6, 7,
									8, 9,
									10
									
									          Atto primo 
									  
									
									Belcore di dentro, indi 
									in iscena e detti.  
									
									  
									BELCORE  
									(cantando)  
									Tran tran, tran tran, tran tran.  
									In guerra ed in amore  
									l'assedio annoia e stanca.  
									ADINA  
									(A tempo vien Belcore.)  
									NEMORINO  
									(? qua quel seccator.)  
									BELCORE  
									(uscendo)  
									Coraggio non mi manca  
									in guerra ed in amor.  
									ADINA  
									Ebben, gentil sergente  
									la piazza vi ? piaciuta?  
									BELCORE  
									Difesa ? bravamente  
									e invano ell'? battuta.  
									ADINA  
									E non vi dice il core  
									che presto ceder??  
									BELCORE  
									Ah! lo volesse amore!  
									ADINA  
									Vedrete che vorr?.  
									BELCORE  
									Quando? Sar?a possibile!  
									NEMORINO  
									(A mio dispetto io tremo.)  
									BELCORE  
									Favella, o mio bell'angelo;  
									quando ci sposeremo?  
									ADINA  
									Prestissimo.  
									NEMORINO  
									(Che sento!)  
									BELCORE  
									Ma quando?  
									ADINA  
									(guardando Nemorino)  
									Fra sei d?.  
									BELCORE  
									Oh, gioia! Son contento.  
									NEMORINO  
									(ridendo)  
									Ah ah! va ben cosi.  
									BELCORE  
									(Che cosa trova a ridere 
									cotesto scimunito?  
									Or or lo piglio a scopole  
									se non va via di qua.)  
									ADINA  
									(E pu? si lieto ed ilare  
									sentir che mi marito!  
									Non posso pi? nascondere  
									la rabbia che mi fa.)  
									NEMORINO  
									(Gradasso! Ei gi? s'imagina  
									toccar il ciel col dito:  
									ma tesa ? gi? la trappola,  
									doman se ne avvedr?.)  
									  
									
									
									
									  
									
									
									Scena decima     
									
									Scene 1, 2,
									3, 4,
									5, 6,
									7, 8,
									9, 10
									
									          Atto primo 
									
									  
									
									Suono di tamburo: esce 
									Giannetta colle contadine,  
									indi accorrono i soldati 
									di Belcore.  
									
									  
									GIANNETTA  
									Signor sergente, signor sergente,  
									di voi richiede la vostra gente.  
									BELCORE  
									Son qua! Che ? stato? Perch? tal fretta?  
									Soldato  
									Son due minuti che una staffetta  
									non so qual ordine per voi rec?.  
									BELCORE  
									(leggendo)  
									Il capitano... Ah! Ah! va bene.  
									Su, camerati: partir conviene.  
									CORI  
									Partire!.. E quando?  
									BELCORE  
									Doman mattina.  
									CORI  
									O ciel, s? presto!  
									NEMORINO  
									(Afflitta ? Adina.)  
									BELCORE  
									Espresso ? l'ordine, che dir non so.  
									CORI  
									Maledettissima combinazione!  
									Cambiar s? spesso di guarnigione!  
									Dover le/gli amanti abbandonar!  
									BELCORE  
									Espresso ? l'ordine, non so che far.  
									(ad Adina)  
									Carina, udisti? Domani addio!  
									Almen ricordati dell'amor mio.  
									NEMORINO  
									(Si s?, domani ne udrai la nova.)  
									ADINA  
									Di mia costanza ti dar? prova:  
									la mia promessa rammenter?.  
									NEMORINO  
									(Si s?, domani te lo dir?.)  
									BELCORE  
									Se a mantenerla tu sei disposta,  
									ch? non anticipi? Che mai ti costa?  
									Fin da quest'oggi non puoi sposarmi?  
									  
									NEMORINO  
									(Fin da quest'oggi!)  
									ADINA  
									(osservando Nemorino)  
									(Si turba, parmi.)  
									Ebben; quest'oggi...  
									NEMORINO  
									Quest'oggi! di', Adina!  
									Quest'oggi, dici?...  
									ADINA  
									E perch? no?...  
									NEMORINO  
									Aspetta almeno fin domattina.  
									BELCORE  
									E tu che c'entri? Vediamo un po'.  
									NEMORINO  
									Adina, credimi, te ne scongiuro...  
									Non puoi sposarlo... te ne assicuro...  
									Aspetta ancora... un giorno appena...  
									un breve giorno... io so perch?.  
									Domani, o cara, ne avresti pena;  
									te ne dorresti al par di me.  
  
									BELCORE  
									Il ciel ringrazia, o babbuino,  
									ch? matto, o preso tu sei dal vino.  
									Ti avrei strozzato, ridotto in brani  
									se in questo istante tu fossi in te.  
									In fin ch'io tengo a fren le mani,  
									va via, buffone, ti ascondi a me.  
									ADINA  
									Lo compatite, egli ? un ragazzo:  
									un malaccorto, un mezzo pazzo:  
									si ? fitto in capo ch'io debba amarlo,  
									perch'ei delira d'amor per me.  
									(Vo' vendicarmi, vo' tormentarlo,  
									vo' che pentito mi cada al pi?.)  
									GIANNETTA  
									Vedete un poco quel semplicione!  
									CORI  
									Ha pur la strana presunzione:  
									ei pensa farla ad un sergente,  
									a un uom di mondo, cui par non ?.  
									Oh! s?, per Bacco, ? veramente  
									la bella Adina boccon per te!  
									ADINA  
									(con risoluzione)  
									 
									Andiam, Belcore,
									 
									si avverta il notaro. 
									
									
									NEMORINO  
									(smanioso)  
									Dottore! Dottore...  
									Soccorso! riparo!  
									GIANNETTA e CORI  
									? matto davvero.  
									(Me l'hai da pagar.)  
									A lieto convito,  
									amici, v'invito.  
									
									BELCORE  
									Giannetta, ragazze,  
									vi aspetto a ballar.  
									GIANNETTA e CORI  
									Un ballo! Un banchetto!  
									Chi pu? ricusar?  
									ADINA, BELCORE, GIANNETTA 
									e CORI  
									Fra lieti concenti gioconda brigata,  
									vogliamo contenti passar la giornata:  
									presente alla festa amore verr?.  
									(Ei perde la testa:  
									da rider mi fa.)  
									NEMORINO  
									Mi sprezza il sergente, mi burla l'ingrata,
									 
									zimbello alla gente mi fa la spietata.  
									L'oppresso mio core pi? speme non ha.  
									Dottore! Dottore!  
									Soccorso! Piet?.  
									  
									  
									Adina d? la mano a 
									Belcore e si avvia con esso.  
									Raddoppiano le smanie di 
									Nemorino;  
									gli astanti lo dileggiano.  
									
									
									
									  
									
									
									Atto secondo
									
									Scene 1,
									2, 3,
									4, 5,
									6, 7,
									8, 9
									
									  
									
									Interno della fattoria d'Adina.
									 
									
									  
									
									
									
									
									Scena prima       Scene
									1, 2,
									3, 4,
									5, 6,
									7, 8,
									9          
									
									Atto secondo
									  
									
									Da un lato tavola 
									apparecchiata a cui sono seduti Adina,  
									Belcore, Dulcamara, e 
									Giannetta.  
									Gli abitanti del 
									villaggio in piedi bevendo e cantando.  
									Di contro i sonatori del 
									reggimento,  
									montati sopra una specie d'orchestra, 
									sonando le trombe.  
									
									  
									  
									CORO  
									Cantiamo, facciam brindisi  
									a sposi cos? amabili.  
									Per lor sian lunghi e stabili  
									i giorni del piacer.  
									BELCORE  
									Per me l'amore e il vino  
									due numi ognor saranno.  
									Compensan d'ogni affanno  
									la donna ed il bicchier.  
									ADINA  
									(Ci fosse Nemorino!  
									Me lo vorrei goder.)  
									CORO  
									Cantiamo, facciam brindisi  
									a sposi cos? amabili  
									per lor sian lunghi e stabili  
									i giorni del piacer.  
									DULCAMARA  
									Poich? cantar vi alletta,  
									uditemi, signori:  
									ho qua una canzonetta,  
									di fresco data fuori,  
									vivace graziosa,  
									che gusto vi pu? dar,  
									purch? la bella sposa  
									mi voglia secondar.  
									TUTTI  
									S? si, I'avremo cara;  
									dev'esser cosa rara  
									se il grande Dulcamara 
									? giunta a contentar.  
									DULCAMARA  
									(cava di saccoccia alcuni libretti,  
									e ne d? uno ad Adina.)  
									"La Nina gondoliera,  
									e il senator Tredenti, 
									barcaruola a due voci." Attenti.  
									TUTTI  
									Attenti.  
									DULCAMARA  
									Io son ricco, e tu sei bella,  
									io ducati, e vezzi hai tu:  
									perch? a me sarai rubella?  
									Nina mia! Che vuoi di pi??  
									ADINA  
									Quale onore! un senatore  
									me d'amore supplicar!  
									Ma, modesta gondoliera,  
									un par mio mi vuo' sposar.  
									DULCAMARA  
									Idol mio, non pi? rigor.  
									Fa felice un senator.  
									ADINA  
									Eccellenza! Troppo onor;  
									io non merto un senator.  
									DULCAMARA  
									Adorata barcaruola,  
									prendi l'oro e lascia amor.  
									Lieto ? questo, e lieve vola;  
									pesa quello, e resta ognor.  
									ADINA  
									Quale onore! Un senatore  
									me d'amore supplicar!  
									Ma Zanetto ? giovinetto;  
									ei mi piace, e il vo' sposar.  
									DULCAMARA  
									Idol mio, non pi? rigor;  
									fa felice un senator.  
									ADINA  
									Eccellenza! Troppo onor;  
									io non merto un senator.  
									TUTTI  
									Bravo, bravo, Dulcamara!  
									La canzone ? cosa rara. 
									Sceglier meglio non pu? certo  
									il pi? esperto cantator.  
									DULCAMARA  
									Il dottore Dulcamara 
									in ogni arte ? professor.  
									(Si presenta un 
									notaro.)  
									BELCORE  
									Silenzio!  
									(si fermano)  
									? qua il notaro,  
									che viene a compier l'atto  
									di mia felicit?.  
									TUTTI  
									Sia il ben venuto!  
									DULCAMARA  
									T'abbraccio e ti saluto,  
									o medico d'amor, spezial d'Imene!  
									ADINA  
									(Giunto ? il notaro, e Nemorin non viene!)
									 
									BELCORE  
									Andiam, mia bella Venere...  
									Ma in quelle luci tenere  
									qual veggo nuvoletto?  
									ADINA  
									 
									Non ? niente.
									 
									(S'egli non ? presente  
									compita non mi par la mia vendetta.) 
									
									BELCORE  
									Andiamo a segnar l'atto: il tempo affretta.
									 
									TUTTI  
									Cantiamo ancora un brindisi  
									a sposi cos? amabili:  
									per lor sian lunghi e stabili  
									i giorni del piacer.  
									  
									Partono Tutti: 
									Dulcamararitorna indietro,  
									e si rimette a 
									tavola.  
									
									
									
									  
									
									
									Scena seconda
									        
									
									Scene 1, 2,
									3, 4,
									5, 6,
									7, 8,
									9
									
									
									     Atto secondo 
									  
									
									
									
									Dulcamara, Nemorino.  
									  
									
									DULCAMARA  
									Le feste nuziali,  
									son piacevoli assai; ma quel che in esse  
									mi d? maggior diletto  
									? l'amabile vista del banchetto. 
									 
									
									NEMORINO  
									(sopra pensiero)  
									Ho veduto il notaro:  
									s?, l'ho veduto... Non v'ha pi? speranza,
									 
									Nemorino, per te; spezzato ho il core.
									 
									
									DULCAMARA  
									(cantando fra i denti)  
									"Idol mio, non pi? rigor,  
									fa felice un senator." 
									 
									
									NEMORINO  
									Voi qui, dottore!  
									
									DULCAMARA  
									Si, mi han voluto a pranzo  
									questi amabili sposi, e mi diverto  
									con questi avanzi. 
									 
									
									NEMORINO  
									Ed io son disperato.  
									Fuori di me son io. Dottore, ho d'uopo  
									d'essere amato... prima di domani.  
									Adesso... su due pi?. 
									 
									
									DULCAMARA  
									(s'alza)  
									(Cospetto ? matto!)  
									Recipe l'elisir, e il colpo ? fatto. 
									 
									
									NEMORINO  
									E veramente amato  
									sar? da lei?...  
									
									DULCAMARA  
									Da tutte: io tel prometto.  
									Se anticipar l'effetto  
									dell'elisir tu vuoi, bevine tosto  
									un'altra dose. (Io parto fra mezz'ora.)
									 
									
									NEMORINO  
									Caro dottor, una bottiglia ancora. 
									 
									
									DULCAMARA  
									Ben volentier. Mi piace  
									giovare a' bisognosi. Hai tu danaro? 
									 
									
									NEMORINO  
									Ah! non ne ho pi?. 
									 
									
									DULCAMARA  
									Mio caro  
									la cosa cambia aspetto. A me verrai  
									subito che ne avrai. Vieni a trovarmi  
									qui, presso alla Pernice:  
									ci hai tempo un quarto d'ora. 
									 
									  
									  
									
									Partono.  
									
									
									  
									
									
									Scena terza    
									   
									Scene
									1, 2,
									3, 4,
									5, 6,
									7, 8,
									9           
									
									Atto secondo 
									  
									
									Nemorino, indi Belcore.
									 
									  
									NEMORINO  
									(si getta sopra una panca)  
									Oh, me infelice!  
									BELCORE  
									La donna ? un animale  
									stravagante davvero. Adina m'ama,  
									di sposarmi ? contenta, e differire  
									pur vuol sino a stasera!  
									NEMORINO  
									(si straccia i capelli)  
									(Ecco il rivale!  
									Mi spezzerei la testa di mia mano.)  
									BELCORE  
									(Ebbene, che cos'ha questo baggiano?)  
									Ehi, ehi, quel giovinotto!  
									Cos'hai che ti disperi?  
									NEMORINO  
									Io mi dispero...  
									perch? non ho denaro... e non so come,  
									non so dove trovarne.  
									BELCORE  
									Eh! scimunito!  
									Se danari non hai,  
									fatti soldato... e venti scudi avrai.  
									NEMORINO  
									Venti scudi!  
									BELCORE  
									E ben sonanti.  
									NEMORINO  
									Quando? Adesso?  
									BELCORE  
									Sul momento.  
									NEMORINO  
									(Che far deggio?)  
									BELCORE  
									E coi contanti,  
									gloria e onore al reggimento.  
									NEMORINO  
									Ah! non ? l'ambizione,  
									che seduce questo cor.  
									BELCORE  
									Se ? l'amore, in guarnigione  
									non ti pu? mancar l'amor.  
									NEMORINO  
									(Ai perigli della guerra  
									io so ben che esposto sono:  
									che doman la patria terra,  
									zio, congiunti, ahim?! abbandono.  
									Ma so pur che, fuor di questa,  
									altra strada a me non resta  
									per poter del cor d'Adina  
									un sol giorno trionfar.  
									Ah! chi un giorno ottiene Adina...  
									fin la vita pu? lasciar.)  
									BELCORE  
									Del tamburo al suon vivace,  
									tra le file e le bandiere,  
									aggirarsi amor si piace  
									con le vispe vivandiere:  
									sempre lieto, sempre gaio  
									ha di belle un centinaio.  
									Di costanza non s'annoia,  
									non si perde a sospirar.  
									Credi a me: la vera gioia  
									accompagna il militar.  
									NEMORINO  
									Venti scudi!  
									BELCORE  
									Su due piedi.  
									NEMORINO  
									Ebben vada. Li prepara.  
									BELCORE  
									Ma la carta che tu vedi  
									pria di tutto d?i segnar.  
									Qua una croce.  
									
									Nemorino segna 
									rapidamente e prende la borsa.  
									NEMORINO  
									(Dulcamara 
									volo tosto a ricercar.)  
									BELCORE  
									Qua la mano, giovinotto,  
									dell'acquisto mi consolo:  
									in complesso, sopra e sotto  
									tu mi sembri un buon figliuolo,  
									sarai presto caporale,  
									se me prendi ad esemplar.  
									(Ho ingaggiato il mio rivale:  
									anche questa ? da contar.)  
									NEMORINO  
									Ah! non sai chi m'ha ridotto  
									a tal passo, a tal partito:  
									tu non sai qual cor sta sotto  
									a quest'umile vestito;  
									quel che a me tal somma vale  
									non potresti immaginar.  
									(Ah! non v'ha tesoro eguale,  
									se riesce a farmi amar.)  
									  
									(partono)  
									  
									Piazza nel villaggio come 
									nell'Atto primo.  
									
									
									
									  
									
									
									Scena quarta    
									 
									
									  Scene
									1, 2,
									3, 4,
									5, 6,
									7, 8,
									9       
									
									Atto secondo 
									  
									
									Giannetta e paesane.
									 
									  
									CORO  
									Sar? possibile?  
									GIANNETTA  
									Possibilissimo.  
									CORO  
									Non ? probabile.  
									GIANNETTA  
									Probabilissimo.  
									CORO  
									Ma come mai? Ma d'onde il sai?  
									Chi te lo disse? Chi ?? Dov'??  
									GIANNETTA  
									Non fate strepito: parlate piano:  
									non ancor spargere si pu? l'arcano:  
									? noto solo al merciaiuolo,  
									che in confidenza l'ha detto a me.  
									CORO  
									Il merciaiuolo! L'ha detto a te!  
									Sar? verissimo... Oh! Bella aff?!  
									GIANNETTA  
									Sappiate dunque che l'altro d?  
									di Nemorino lo zio mor?,  
									che al giovinotto lasciato egli ha  
									cospicua immensa eredit?...  
									Ma zitte... piano... per carit?.  
									Non deve dirsi.  
									CORO  
									Non si dir?.  
									TUTTE 
									Or Nemorino ? milionario...  
									? l'Epulone del circondario...  
									un uom di vaglia, un buon partito...  
									Felice quella cui fia marito!  
									Ma zitte... piano... per carit?  
									non deve dirsi, non si dir?.  
									(veggono Nemorino che si avvicina,  
									e si ritirano in disparte curiosamente 
									osservandolo)  
									
									
									
									  
									
									
									Scena quinta    
									
									
									  Scene
									1, 2,
									3, 4,
									5, 6,
									7, 8,
									9         
									
									Atto secondo 
									  
									
									Nemorino e dette.  
									
									  
									NEMORINO  
									Dell'elisir mirabile  
									bevuto ho in abbondanza,  
									e mi promette il medico  
									cortese ogni belt?.  
									In me maggior del solito  
									rinata ? la speranza,  
									l'effetto di quel farmaco  
									gi? gi? sentir si fa.  
									CORO  
									(E ognor negletto ed umile:  
									la cosa ancor non sa.)  
									NEMORINO  
									Andiam.  
									
									(per uscire)  
									GIANNETTA e CORO  
									(arrestandosi)  
									Serva umilissima.  
									(inchinandolo) 
  
									NEMORINO  
									Giannetta!  
									CORO  
									(l'una dopo l'altra)  
									A voi m'inchino.  
									NEMORINO  
									(fra s? meravigliato)  
									(Cos'han coteste giovani?)  
									GIANNETTA e CORO  
									Caro quel Nemorino!  
									Davvero ch'egli ? amabile:  
									ha l'aria da signor.  
									NEMORINO  
									(Capisco: ? questa l'opera  
									del magico liquor.)  
									
									  
									
									
									
									
									Scena sesta    
									  
									Scene
									1, 2,
									3, 4,
									5, 6,
									7, 8,
									9          
									
									Atto secondo
									  
									A dina 
									e Dulcamaraentrano da varie parti,  
									si fermano in disparte meravigliati a veder 
									Nemorino  
									corteggiato dalle contadine. 
									
									  
									NEMORINO  
									Ah! ah! ah! ah! ah! ah!  
									ADINA e DULCAMARA  
									Che vedo?  
									NEMORINO  
									? bellissima!  
									Dottor, diceste il vero.  
									Gi? per virt? simpatica  
									toccato ho a tutte il cor.  
									ADINA  
									Che sento?  
									DULCAMARA  
									E il deggio credere!  
									(alle contadine)  
									Vi piace?  
									GIANNETTA e CORO  
									Oh s?, davvero.  
									E un giovane che merta  
									da noi riguardo e onor!  
									ADINA  
									Credea trovarlo a piangere,  
									e in giuoco, in festa il trovo;  
									ah, non saria possibil  
									se a me pensasse ancor.  
									GIANNETTA e CORO  
									Oh, il vago, il caro giovine!  
									Da lui pi? non mi movo.  
									Vo' fare l'impossibile  
									per inspirargli amor.  
									NEMORINO  
									Non ho parole a esprimere  
									il giubilo ch'io provo;  
									se tutte, tutte m'amano  
									dev'essa amarmi ancor,  
									ah! che giubilo!  
									DULCAMARA  
									Io cado dalle nuvole,  
									il caso ? strano e nuovo;  
									sarei d'un filtro magico  
									davvero possessor?  
									GIANNETTA  
									(a Nemorino)  
									Qui presso all'ombra  
									aperto ? il ballo.  
									Voi pur verrete?  
									NEMORINO  
									Oh! senza fallo.  
									CORO  
									E ballerete?  
									GIANNETTA  
									Con me.  
									NEMORINO  
									S?.  
									CORO  
									Con me.  
									NEMORINO  
									S?.  
									GIANNETTA  
									Io son la prima.  
									CORO  
									Son io, son io.  
									GIANNETTA  
									Io l'ho impegnato.  
									CORO  
									Anch'io. Anch'io.  
									GIANNETTA  
									(strappandolo di mano dalle altre) 
									 
									Venite.  
									NEMORINO  
									Piano.  
									CORO  
									(strappandolo)  
									Scegliete .  
									NEMORINO  
									(a Giannetta)  
									Adesso. 
									Tu per la prima,  
									poi te, poi te.  
									DULCAMARA  
									Misericordia!  
									Con tutto il sesso!  
									Liquor eguale del mio non v'?.  
									ADINA  
									(avanzandosi)  
									Ehi, Ne 
									orino.  
									NEMORINO  
									(fra s?)  
									Oh ciel! anch' 
									ssa.  
									DULCAMARA  
									Ma tutte, tutte!  
									ADINA  
									A me t'appressa.  
									Belcor m'ha detto  
									che, lusingato  
									da pochi scudi,  
									ti fai soldato.  
									GIANNETTA e CORO  
									Soldato! oh! diamine!  
									ADINA  
									Tu fai gran fallo:  
									su tale oggetto,  
									parlar ti vo'  
									NEMORINO  
									Parlate pure, parlate pure.  
									GIANNETTA e CORO  
									Al ballo, al ballo!  
									NEMORINO  
									? vero, ? vero.  
									(ad Adina)  
									Or or verr?. 
  
									DULCAMARA  
									Io cado dalle nuvole!  
									Liquore egual non v'?.  
									ADINA  
									(trattenendo Nemorino)  
									M'ascolta, m'ascolta.  
									NEMORINO  
									Verr?, verr?.  
									GIANNETTA e CORO  
									Al ballo, al ballo,  
									andiam, andiam.  
									ADINA  
									M'ascolta .  
									NEMORINO  
									(fra s?)  
									Io gi? m'immagino  
									che cosa brami.  
									Gi? senti il farmaco,  
									di cor gi? m'ami;  
									le smanie, i palpiti  
									di core amante,  
									un solo istante  
									tu d?i provar.  
									ADINA  
									(fra s?)  
									Oh, co 
									e rapido  
									fu il cambiamento;  
									dispetto insolito  
									in cor ne sento.  
									O amor, ti vendichi  
									di mia freddezza;  
									chi mi disprezza  
									m'? forza amar.  
									DULCAMARA  
									S?, tutte l'amano:  
									oh, meraviglia!  
									Cara, carissima  
									la mia bottiglia!  
									Gi? mille piovono  
									zecchin di peso:  
									comincio un Creso  
									a diventar.  
									GIANNETTA e CORO  
									Di Tutti gli uomini  
									del suo villaggio  
									costei s'imagina  
									d'aver omaggio.  
									Ma questo giovane  
									sar?, lo giuro,  
									un osso duro  
									da rosicar.  
									
									(Nemorino parte con 
									Giannetta e le contadine)  
									ADINA  
									Come sen va contento!  
									DULCAMARA  
									La lode ? mia.  
									ADINA  
									Vostra, o dottor?  
									DULCAMARA  
									S?, tutta.  
									La gioia ? al mio comando:  
									io distillo il piacer, l'amor lambicco  
									come l'acqua di rose, e ci? che adesso  
									vi fa maravigliar nel giovinotto.  
									Tutto portento egli ? del mio decotto.  
									ADINA  
									Pazzie!  
									DULCAMARA  
									Pazzie, voi dite?  
									Incredula! Pazzie? Sapete voi  
									dell'alchimia il poter, il gran valore  
									dell'elisir d'amore  
									della regina Isotta?  
									ADINA  
									Isotta!  
									DULCAMARA  
									Isotta.  
									Io n'ho d'ogni misura e d'ogni cotta.  
									ADINA  
									(Che ascolto?) E a Nemorino  
									voi deste l'elisir?  
									DULCAMARA  
									Ei me lo chiese  
									per ottener l'affetto  
									di non so qual crudele...  
									ADINA  
									Ei dunque amava?  
									DULCAMARA  
									Languiva, sospirava  
									senz'ombra di speranza. E, per avere  
									una goccia di farmaco incantato,  
									vend? la libert?, si fe' soldato.  
									ADINA  
									(Quanto amore! Ed io, spietata,  
									tormentai s? nobil cor!)  
									DULCAMARA  
									(Essa pure ? innamorata:  
									ha bisogno del liquor.)  
									ADINA  
									Dunque... adesso... ? Nemorino  
									in amor s? fortunato!  
									DULCAMARA  
									Tutto il sesso femminino  
									? pel giovine impazzato.  
									ADINA  
									E qual donna ? a lui gradita?  
									Qual fra tante ? preferita?  
									DULCAMARA  
									Egli ? il gallo della Checca  
									tutte segue; tutte becca.  
									ADINA  
									(Ed io sola, sconsigliata  
									possedea quel nobil cor!)  
									DULCAMARA  
									(Essa pure ? innamorata:  
									ha bisogno del liquor.)  
									Bella Adina, qua un momento...  
									pi? dappresso... su la testa.  
									Tu sei cotta... io l'argomento  
									a quell'aria afflitta e mesta.  
									Se tu vuoi?...  
									ADINA  
									S'io vo'? Che cosa?  
									DULCAMARA  
									Su la testa, o schizzinosa!  
									Se tu vuoi, ci ho la ricetta  
									che il tuo mal guarir potr?.  
									ADINA  
									Ah! dottor, sar? perfetta,  
									ma per me virt? non ha.  
									DULCAMARA  
									Vuoi vederti mille amanti  
									spasimar, languire al piede?  
									ADINA  
									Non saprei che far di tanti:  
									il mio core un sol ne chiede.  
									DULCAMARA  
									Render vuoi gelose, pazze  
									Donne, vedove, ragazze?  
									ADINA  
									Non mi alletta, non mi piace  
									di turbar altrui la pace.  
									DULCAMARA  
									Conquistar vorresti un ricco?  
									ADINA  
									Di ricchezze io non mi picco.  
									DULCAMARA  
									Un contino? Un marchesino?  
									ADINA  
									Io non vo' che Nemorino.  
									DULCAMARA  
									Prendi, su, la mia ricetta,  
									che l'effetto ti far?.  
									ADINA  
									Ah! dottor, sar? perfetta,  
									ma per me virt? non ha.  
									DULCAMARA  
									Sconsigliata! E avresti ardire  
									di negare il suo valore?  
									ADINA  
									Io rispetto l'elisire,  
									ma per me ve n'ha un maggiore:  
									Nemorin, lasciata ogni altra,  
									tutto mio, sol mio sar?.  
									DULCAMARA  
									(Ahi! dottore, ? troppo scaltra:  
									pi? di te costei ne sa.)  
									ADINA  
									Una tenera occhiatina,  
									un sorriso, una carezza,  
									vincer pu? chi pi? si ostina,  
									ammollir chi pi? ci sprezza.  
									Ne ho veduti tanti e tanti,  
									presi cotti, spasimanti,  
									che nemmanco Nemorino  
									non potr? da me fuggir.  
									La ricetta ? il mio visino,  
									in quest'occhi ? l'elisir.  
									DULCAMARA  
									S? lo vedo, o bricconcella,  
									ne sai pi? dell'arte mia:  
									questa bocca cos? bella  
									? d'amor la spezieria:  
									hai lambicco ed hai fornello  
									caldo pi? d'un Mongibello  
									per filtrar l'amor che vuoi,  
									per bruciare e incenerir.  
									Ah! vorrei cambiar coi tuoi  
									i miei vasi d'elisir.  
  
									
									(partono)  
									
									
									 
									
									
									Scena settima     
									
									  Scene
									1, 2,
									3, 4,
									5, 6,
									7, 8,
									9        
									
									Atto secondo 
									  
									
									Nemorino.  
									
									NEMORINO  
									Una furtiva lagrima  
									negli occhi suoi spunt?...  
									quelle festose giovani  
									invidiar sembr?...  
									Che pi? cercando io vo?  
									M'ama, lo vedo.  
									Un solo istante i palpiti  
									del suo bel cor sentir!..  
									Co' suoi sospir confondere  
									per poco i miei sospir!...  
									Cielo, si pu? morir;  
									di pi? non chiedo.  
									Eccola... Oh! qual le accresce  
									belt? l'amor nascente!  
									A far l'indifferente  
									si seguiti cos? finch? non viene  
									ella a spiegarsi.  
									
									
									
									  
									Scena 
									ottava         
									Scene
									1, 2,
									3, 4,
									5, 6,
									7, 8,
									9       
									
									Atto secondo
									  
									
									Adina e Nemorino.  
									
									  
									ADINA  
									Nemorino!... Ebbene!  
									NEMORINO  
									Non so pi? dove io sia: giovani e vecchie,
									 
									belle e brutte mi voglion per marito.  
									ADINA  
									E tu?  
									NEMORINO  
									A verun partito  
									Appigliarmi non posso: attendo ancora...  
									La mia felicit?... (Che ? pur vicina.)  
									ADINA  
									Odimi.  
									NEMORINO  
									(allegro)  
									(Ah! ah! ci siamo.) Io v'odo, Adina.  
									ADINA  
									Dimmi: perch? partire,  
									perch? farti soldato hai risoluto?  
									NEMORINO  
									Perch??... Perch? ho voluto  
									tentar se con tal mezzo il mio destino  
									io potea migliorar.  
									ADINA  
									La tua persona...  
									la tua vita ci ? cara... Io ricomprai  
									il fatale contratto da Belcore.  
									NEMORINO  
									Voi stessa! (? naturale: opra ? d'amore.)
									 
									ADINA  
									Prendi; per me sei libero:  
									resta nel suol natio,  
									non v'ha destin s? rio  
									che non si cangi un d?.  
									(gli porge il contratto)  
									Qui, dove Tutti t'amano,  
									saggio, amoroso, onesto,  
									sempre scontento e mesto  
									no, non sarai cos?.  
									NEMORINO  
									(Or or si spiega.)  
									ADINA  
									Addio.  
									NEMORINO  
									Che! Mi lasciate?  
									ADINA  
									Io... s?.  
									NEMORINO  
									Null'altro a dirmi avete?  
									ADINA  
									Null'altro.  
									NEMORINO  
									Ebben, tenete.  
									(le rende il contratto)  
									Poich? non sono amato,  
									voglio morir soldato:  
									non v'ha per me pi? pace  
									se m'ingann? il dottor.  
									ADINA  
									Ah! fu con te verace  
									se presti fede al cor.  
									Sappilo alfine, ah! sappilo:  
									tu mi sei caro, e t'amo:  
									quanto ti f?i gi? misero,  
									farti felice io bramo:  
									il mio rigor dimentica,  
									ti giuro eterno amor.  
									NEMORINO  
									Oh, gioia inesprimibile!  
									Non m'ingann? il dottor.  
									  
									(Nemorino si getta ai 
									piedi di Adina)  
									
									
									
									
									 
									
									
									
									Scena nona 
									     
									Scene
									1, 2,
									3, 4,
									5, 6,
									7, 8,
									9          
									
									Atto secondo
									  
									
									Belcore con soldati e 
									detti: indi Dulcamara con tutto il 
									villaggio.  
									
									  
									BELCORE  
									Alto!... Fronte!... Che vedo? Al mio rivale
									 
									l'armi presento!  
									ADINA  
									Ella ? cos?, Belcore;  
									e convien darsi pace ad ogni patto.  
									Egli ? mio sposo: quel che ? fatto...  
									BELCORE  
									? fatto.  
									Tientelo pur, briccona.  
									Peggio per te. Pieno di Donne ? il mondo:
									 
									e mille e mille ne otterr? Belcore.  
									DULCAMARA  
									Ve le dar? questo elisir d'amore.  
									NEMORINO  
									Caro dottor, felice  
									io son per voi.  
									TUTTI  
									Per lui!!  
									DULCAMARA  
									Per me. Sappiate  
									che Nemorino ? divenuto a un tratto  
									il pi? ricco castaldo del villaggio...  
									Poich? morto ? lo zio...  
									ADINA e NEMORINO  
									Morto lo zio!  
									GIANNETTA e DONNE  
									Io lo sapeva.  
									DULCAMARA  
									Lo sapeva anch'io.  
									Ma quel che non sapete,  
									n? potreste saper, egli ? che questo  
									sovrumano elisir pu? in un momento,  
									non solo rimediare al mal d'amore,  
									ma arricchir gli spiantati.  
									CORO  
									Oh! il gran liquore!  
									DULCAMARA  
									Ei corregge ogni difetto  
									ogni vizio di natura.  
									Ei fornisce di belletto  
									la pi? brutta creatura:  
									camminar ei fa le rozze,  
									schiaccia gobbe, appiana bozze,  
									ogni incomodo tumore  
									copre s? che pi? non ?...  
									CORO  
									Qua, dottore... a me, 
									dottore...  
									un vasetto... due... tre.  
									(In questo mentre ? 
									giunta in iscena  
									la carrozza di Dulcamara.  
									Egli vi sale: Tutti lo circondano.) 
									DULCAMARA  
									Prediletti dalle stelle,  
									io vi lascio un gran tesoro.  
									Tutto ? in lui; salute e belle,  
									allegria, fortuna ed oro,  
									Rinverdite, rifiorite,  
									impinguate ed arricchite:  
									dell'amico Dulcamara 
									ei vi faccia ricordar.  
									CORO  
									Viva il grande Dulcamara,  
									dei dottori la Fenice!  
									NEMORINO  
									Io gli debbo la mia cara.  
									Per lui solo io son felice!  
									Del suo farmaco l'effetto  
									non potr? giammai scordar.  
									ADINA  
									Per lui solo io son felice!  
									del suo farmaco l'effetto  
									non potr? giammai scordar.  
									BELCORE  
									Ciarlatano maledetto,  
									che tu possa ribaltar!  
									(Il servo di 
									Dulcamarasuona la tromba.  
									La carrozza si muove.  
									Tutti scuotono il loro cappello e lo 
									salutano.) 
									ADINA  
									Un momento di piacer  
									brilla appena a questo cor  
									che s'invola dal pensier  
									la memoria del dolor.  
									Fortunati affanni miei,  
									maledirvi il cor non sa:  
									senza voi, no non godrei  
									cos? gran felicit?.  
									CORO  
									Or beata appien tu sei  
									nella tua tranquillit?.  
									Viva il grande Dulcamara 
									la Fenice dei dottori:  
									con salute, con tesori  
									possa presto a noi torna r.
									
									  
									
									
									F I N E 
									   |